Lo spazio denominato la “Fonderia”, nel cuore del quartiere storico della Regola a Roma, prende il nome dall’attività che si è svolta per anni all’interno di questi ambienti.

Il progetto nasce dal desiderio di ridare vita e preservare il luogo con le sue caratteristiche peculiari pur rendendolo adatto ad un utilizzo flessibile per attività diversificate.

Lo spazio al piano terreno che si affaccia sulla bella piazza di San Salvatore in Campo è stato pensato come un contenitore neutro in cui il design degli spazi si limita alla sottolineatura di alcuni elementi caratteristici come le belle aperture esistenti o le travi in ferro utilizzate per l’attività di fabbro che trovano nuovo utilizzo come supporti per proiettori agganciati alle stesse.

La tridimensionalità dello spazio è lasciata allo spessore delle murature, agli archi e alla giustapposizione degli ambienti compositi di forma irregolare, mentre il progetto prevede al piano terra un intervento di estrema purezza formale che tende a sottolineare gli elementi quasi a rilevarne esclusivamente la loro bidimensionalità.

Sia gli infissi che alcune profilature sulle pareti sembrano marcare come un segno di matita le caratteristiche dello spazio, anche gli arredi sono pensati come elementi quasi senza spessore che si aprono e si sviluppano come pop-up.

Un omaggio a Carlo Scarpa e alle sue sottolineature dello spazio viene reso inserendo nel pavimento in resina, in alcune zone, degli intarsi in marmo nella tecnica del seminato alla veneziana, prodotto dalla Lithos, a rimando del decoro utilizzato nel negozio Olivetti a Venezia dal celebre architetto.

Lo studio delle luci accuratamente progettato da PS Lab in accordo con la progettista enfatizza e rafforza le idee del progetto di ristrutturazione degli spazi. Il piano interrato viene risolto in maniera del tutto diversa, ma solo formalmente, perché il principio progettuale è lo stesso: ridare vita e decoro agli spazi così come erano in origine. In questi ambienti sono stati riportati alla luce gli archi in mattoni pieni risalenti a molti secoli fa, tutto il resto nonostante una importante opera di bonifica degli ambienti è stato volutamente reso neutro e omogeneo, sia pavimenti che soffitti, a enfatizzare solo l’irregolarità degli elementi e degli spazi, quasi grotte scavate nel tufo. Una semplice scala rivestita in lamina di ferro collega e riunisce le due parti, le due anime di questo spazio sorprendente e multiforme.